La fantascienza non anglofona è poco conosciuta: in parte per ragioni di abitudine ormai consolidata, in parte perché il divario quantitativo la sommerge e la fa sparire, e in parte infine perché a volte è arrivato di tutto alla rinfusa; così, salvo Stanislaw Lem, anche gli autori di maggior
rilievo e interesse restano nomi abbastanza oscuri; tuttavia il film Stalker, tratto da uno dei loro libri, può aver dato qualche notorietà ad Arkadij e Boris Strugatskij, i principali scrittori russi di sf nella seconda metà del XX secolo, e tra i principali del campo.
Utopisti che crearono via via distopie dove la speranza era sempre meno
presente: i fratelli Strugatskij volevano credere nelle umane sorti e
progressive, ma non hanno mai chiuso gli occhi di fronte alla realtà degli
uomini (e del paese dove vivevano). Tentativo di fuga è un breve romanzo (non un romanzo breve), ancora acerbo e segnato dalle ingenuità della loro prima produzione,
rilievo e interesse restano nomi abbastanza oscuri; tuttavia il film Stalker, tratto da uno dei loro libri, può aver dato qualche notorietà ad Arkadij e Boris Strugatskij, i principali scrittori russi di sf nella seconda metà del XX secolo, e tra i principali del campo.
Utopisti che crearono via via distopie dove la speranza era sempre meno
presente: i fratelli Strugatskij volevano credere nelle umane sorti e
progressive, ma non hanno mai chiuso gli occhi di fronte alla realtà degli
uomini (e del paese dove vivevano). Tentativo di fuga è un breve romanzo (non un romanzo breve), ancora acerbo e segnato dalle ingenuità della loro prima produzione,
ma che ben mostra gli sviluppi futuri della loro narrativa, l'approfondirsi e il problematizzarsi della loro riflessione sulla storia umana.
Arkadij, a destra e Boris
Scontate le ingenuità di cui dicevo, ne resta una storia di forti suggestioni filosofiche sulla natura umana. I tre personaggi principali sono ancora rigidi e mancano di una reale
autenticità, e tuttavia nel corso della narrazione gli autori sembrano
prendere la mano con loro e una maggiore confidenza con il loro carattere
lasciando infine intravedere delle vere personalità dietro la funzione che
assegnano loro. Quella che parte come una banalissima avventura di classica
esplorazione planetaria si trasformerà in un serrato confronto etico tra i
tre - Saul, Anton e Vadim.
autenticità, e tuttavia nel corso della narrazione gli autori sembrano
prendere la mano con loro e una maggiore confidenza con il loro carattere
lasciando infine intravedere delle vere personalità dietro la funzione che
assegnano loro. Quella che parte come una banalissima avventura di classica
esplorazione planetaria si trasformerà in un serrato confronto etico tra i
tre - Saul, Anton e Vadim.
Sul pianeta, ribattezzato Saul in onore del misterioso coprotagonista, essi scoprono una civiltà umanoide la cui organizzazione sociale è al livello di un feudalesimo brutale e ignorante. Anton e Vadim provengono da una Terra di qui a qualche secolo, ormai pacificata: una terra di utopia, felicità conseguita e aspirazioni realizzate. Saul, si scoprirà, dal "nostro" XX secolo di devastazioni umane assortite. L'utopica felicità da cui provengono Anton e Vadim è quasi sicuramente un'utopia socialista, ma sin da questo romanzo è possibile
intravedere la posizione critica che gli Strugatskij elaboreranno nei riguardi della visione ufficiale dello sviluppo inarrestabile del progresso umano sotto l'ala del socialismo: i forti elementi satirici delle loro opere dalla seconda metà degli anni '60 li porteranno a non essere ben visti, e da qui il rarefarsi della loro produzione e l'ulteriore incupirsi della loro
riflessione. Di fronte alla situazione degli abitanti del pianeta, Anton e Vadim reagiranno in modo diverso, ma accomunato da un elemento decisivo: la loro storia personale, la loro appartenenza ("adesione ideologica"?) all'utopia li rende incapaci di comprendere la situazione reale. E l'interventismo benintenzionato soprattutto di Vadim ci appare come un ondeggiare tra illusione, stupidità e totale incomprensione. La tensione filantropica degli Strugatskij non chiude gli occhi di fronte all'evidenza della condizione umana, e riconosce le difficoltà del progresso sociale e i pericoli dell'ignoranza - dell'ignoranza dei meccanismi psicologici e sociali profondi delle organizzazioni sociali umane. Ma neppure l'uomo proveniente dal nostro tempo e dunque conscio di tali meccanismi, Saul, può offrire risposte. Può offrire in realtà solo la coscienza, o meglio la propria convinzione, che la storia debba seguire il proprio corso e non possa essere forzata; ma proprio per questo alla fine andrà in pezzi, o più precisamente avrà un'esplosione di furore incontrollato: il suo "tentativo di fuga" dal passato sanguinario si risolverà nell'incontro con un presente altrettanto sanguinario, e sfocerà nella decisione di tornare indietro. Chissà, forse per fare seguire alla storia il suo corso. Perché, come dice: E' un peccato, un vero peccato che non si possa eliminare con un solo colpo tutta l'ottusità e la crudeltà senza distruggere anche l'uomo: un concetto evolutivo e non rivoluzionario, che Saul metterà in atto dopo essere andato momentaneamente in pezzi, tornando al proprio tempo per contribuire a mettere il proprio mattoncino lungo la faticosa strada dell'eliminazione di ottusità e crudeltà. Nel loro schematismo, Saul, Anton e Vadim hanno come dicevo dei guizzi di autenticità: i due autori sono tutt'altro che digiuni della tradizione letteraria russa e lo mostreranno chiaramente negli anni seguenti; il romanzo ha un ritmo pacato sconosciuto alla fantascienza anglosassone, ma il realismo con cui gli Strugatskij descrivono la "banalità" della miserevole condizione, soprattutto spirituale, degli abitanti di Saul sa emozionare, e non di meno far riflettere chi non si soffermi alla lettura più superficiale.
intravedere la posizione critica che gli Strugatskij elaboreranno nei riguardi della visione ufficiale dello sviluppo inarrestabile del progresso umano sotto l'ala del socialismo: i forti elementi satirici delle loro opere dalla seconda metà degli anni '60 li porteranno a non essere ben visti, e da qui il rarefarsi della loro produzione e l'ulteriore incupirsi della loro
riflessione. Di fronte alla situazione degli abitanti del pianeta, Anton e Vadim reagiranno in modo diverso, ma accomunato da un elemento decisivo: la loro storia personale, la loro appartenenza ("adesione ideologica"?) all'utopia li rende incapaci di comprendere la situazione reale. E l'interventismo benintenzionato soprattutto di Vadim ci appare come un ondeggiare tra illusione, stupidità e totale incomprensione. La tensione filantropica degli Strugatskij non chiude gli occhi di fronte all'evidenza della condizione umana, e riconosce le difficoltà del progresso sociale e i pericoli dell'ignoranza - dell'ignoranza dei meccanismi psicologici e sociali profondi delle organizzazioni sociali umane. Ma neppure l'uomo proveniente dal nostro tempo e dunque conscio di tali meccanismi, Saul, può offrire risposte. Può offrire in realtà solo la coscienza, o meglio la propria convinzione, che la storia debba seguire il proprio corso e non possa essere forzata; ma proprio per questo alla fine andrà in pezzi, o più precisamente avrà un'esplosione di furore incontrollato: il suo "tentativo di fuga" dal passato sanguinario si risolverà nell'incontro con un presente altrettanto sanguinario, e sfocerà nella decisione di tornare indietro. Chissà, forse per fare seguire alla storia il suo corso. Perché, come dice: E' un peccato, un vero peccato che non si possa eliminare con un solo colpo tutta l'ottusità e la crudeltà senza distruggere anche l'uomo: un concetto evolutivo e non rivoluzionario, che Saul metterà in atto dopo essere andato momentaneamente in pezzi, tornando al proprio tempo per contribuire a mettere il proprio mattoncino lungo la faticosa strada dell'eliminazione di ottusità e crudeltà. Nel loro schematismo, Saul, Anton e Vadim hanno come dicevo dei guizzi di autenticità: i due autori sono tutt'altro che digiuni della tradizione letteraria russa e lo mostreranno chiaramente negli anni seguenti; il romanzo ha un ritmo pacato sconosciuto alla fantascienza anglosassone, ma il realismo con cui gli Strugatskij descrivono la "banalità" della miserevole condizione, soprattutto spirituale, degli abitanti di Saul sa emozionare, e non di meno far riflettere chi non si soffermi alla lettura più superficiale.
Il romanzo è stato pubblicato nel 1988 nella collana Albatros degli Editori
Riuniti - insieme a un romanzo più recente dei fratelli russi, Lo
scarabeo nel formicaio, che dà il titolo al volume - in una traduzione più
aggiornata rispetto alla sua prima pubblicazione italiana, del 1966, sul
primo numero della rivista "Fantascienza Sovietica" con il titolo Fuga nel
futuro. Il titolo della seconda edizione è però più sottilmente centrato e
rende giustizia al contenuto del romanzo.
Per chi conosca il russo, il testo è disponibile qui: http://rusf.ru/abs/books/pkb00.htm
2 commenti:
Completamente a digiuno di sf russa. Non sono riuscita a incontrare ancora neppure Stanislaw Lem.... Anzi, completamente a digiuno no; almeno "Noi" di Evgenij Zamjatin ho avuto modo di leggerlo. :-) C'è tanta strada da percorrere.... ;-)
Lem però è polacco. Ma intanto comprati il Millemondi in edicola. Ormai non consiglio più romanzi pubblicati su Urania visto il rischio di tagli, ma le antologie di racconti DOVREBBERO (condizionale d'obbligo) essere più sicure. E' un'antologia tutta dedicata alla sf europea (certo, il fatto che sia un'antologia americana e quindi i racconti abbiano subito una doppia traduzione, dalle lingue originali in inglese e dall'inglese in italiano, non è il massimo della vita.
E compra anche Urania, con la seconda antologia della sf cinese.
V.
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