domenica 23 maggio 2010

Biblioteca di fantascienza V - Poul Anderson (1926-2001)

Quell'uomo di multiforme ingegno, Poul Anderson.

Generalmente identificato come autore di hard science fiction, ideologicamente conservatore se non peggio, Anderson è stato in realtà uno scrittore dalla personalità ben più complessa e ramificata, e se nella sua vastissima produzione vi sono, per forza di cose e frenesia produttiva, molti lavori che non vanno oltre la solida professionalità, nelle sue prove migliori lo scrittore americano è un autentico forgiatore di mitologie moderne (e non soltanto). Come Robert Heinlein, con troppa ed erronea facilità etichettato quale reazionario, Poul Anderson è in realtà un libertario che crede nei valori di un individualismo assoluto, sconfinante nel superomismo. Se è vero che la sua migliore fantascienza la si trova probabilmente nei lavori più brevi, dove temi e personaggi larger than life si stemperano in riflessioni più meditate (in tal senso, considero il racconto Sam Hall la sua cosa migliore), non è meno vero che i suoi migliori romanzi di fantascienza sono avventure in grado di affascinare e avvincere con la pura forza degli eventi in essi narrati.

Non sono pochi, poi, coloro che ritengono la copiosa produzione fantasy di Anderson superiore ai suoi lavori di sf. Dalla ricchezza della mitologia della sua terra di origine, la Danimarca, lo scrittore americano trasse non solo ispirazione, ma la struttura estetica di tutto il suo lavoro nel fantastico puro, dove seppe dar forma a una vena più genuinamente poetica e letterariamente ricercata e riuscita.

Uno degli innumerevoli libri della serie di van Rijn e Falkayn, raccoglie diverse delle storie brevi.

Chi ama i cicli pletorici di racconti e romanzi (io, confesso, non troppo) può fare di Anderson un proprio beniamino. Una ragguardevole porzione della sua produzione è occupata dai due cicli, tra loro collegati, della Lega Polesotecnica e dell'Impero Terrestre, nei quali rispettivamente campeggiano le figure dei mercanti Nicholas van Rijn e Falkayn, e del soldato Dominic Flandry, a segnare un trapasso dall'accentuazione sull'espansionismo e il libertarismo della Lega all'impero assediato dell'epoca di Flandry. In Italia sono stati pubblicati dalla editrice Nord.
Il primo dei volumi nei quali è stato raccolto il ciclo di Flandry, riunisce le prime storie (in ordine cronologico interno)

Altri cicli minori (per dimensioni), tra i quali quello della Pattuglia del Tempo fanno corona ai due citati. E con essi le decine e decine di romanzi singoli e racconti che Poul Anderson scrisse dal suo esordio, nel 1947 in avanti.

Sullo scaffale dovrebbero far mostra di sé non pochi dei volumi del Nostro.


Quoziente 1000 (Brain wave, 1954)
Uno dei migliori romanzi di Anderson, che vi sviluppa magistralmente e con tocco poetico e visionario i temi superomistici a lui cari, senza nascondere e nascondersi le asprezze e difficoltà dell'argomento. Lo "studio" che lo scrittore conduce su una Terra dove alcuni uomini e animali sviluppano un'intelletto fuori scala è condotto con grande cura e dettaglio di analisi.

La spada spezzata (The broken sword, 1954 - revisionato nel 1971)
Considerato in genere il capolavoro dell'autore, La spada spezzata è ancora oggi uno dei romanzi fantasy più letti e seminali nel mondo anglosassone. Sul fertile e ricco materiale di quella mitologia scandinava che per lui è come il latte materno, Anderson ha scritto un romanzo dove il dramma umano assume toni mitici e mistici, dove la dimensione eroica si colora degli elementi dell'ultramondano e della magia, a formare un epos moderno, ma dal sapore antico. Una storia di emozioni grezze e vigorose, profondamente umane.
Hoka sapiens (Earthman's burden, 1957)
Anderson scrisse insieme allo scrittore canadese Gordon R. Dickson i racconti incentrati sulla bizzarra civiltà aliena degli Hoka, buffe creature del pianeta Toka la cui cultura è fondata sulla completa adesione a modelli culturali altrui, di volta in volta diversi. Il problema è che i Tokani fanno tutto ciò a modo loro. Molto, molto loro. Il volume è tra i migliori esempi di fantascienza umoristica. Resta fuori una novella, Complotto napoleonico (The Napoleon crime) pubblicata sul volume mondadoriano Millemondi Inverno 1987.
I proteiformi (The war of two worlds, 1959)
Romanzo sulla guerra, la paranoia e la manipolazione. Terrestri e marziani si sono massacrati per decenni in una guerra insensata prima che qualcuno sospettasse che tutta la vicenda non è altro che il risultato delle trame di un altro popolo che agisce nell'ombra...

Tre cuori e tre leoni (Three hearts and three lions, 1961)
Espansione di una novella omonima del 1953, è uno dei romanzi più famosi e belli di Anderson. Oggi lo si può dire una contaminazione tra fantasy e fantascienza, o più precisamente science-fantasy. A stretto rigore, la vicenda si inscrive nel filone fantascientifico delle storie alternative sul nazismo, unito a quello dei mondi paralleli dove la magia è reale. Ma la struttura estetica, narrativa e filosofica è quella della fantasy che più affonda le sue radici nelle mitologie e letterature medievali rielaborandole con gusto moderno. Tutto questo, oltre a essere una sfrenata avventura, narrata spesso con sapiente ironia.

Loro i terrestri (Twilight world, 1961)
In questo romanzo, senza dubbio uno di quelli nei quali meglio ha saputo elevare la sua scrittura al di sopra del puro professionismo, Anderson riesce a rivestire spesso di sincero e partecipe lirismo la vicenda di un'umanità quasi azzerata dalla distruzione atomica, ma che nonostante la sua miseria da segno di possedere le risorse per sopravvivere. Certo, come arriva a comprendere il protagonista, l'umanità che sopravvivrà sarà - necessariamente sarà - un'umanità altra. "Loro", saranno i terrestri, e non più "noi". Il romanzo nasce dalla fusione di tre precedenti racconti, il primo dei quali scritto insieme a F.N. Waldrop.

Hanno distrutto la Terra (After Doomsday, 1962)
Quanto sa di sale lo pane altrui. E' ciò che scoprono i protagonisti di questo romanzo, un'opera minore ma tutt'altro che immeritevole. Solo pochi astronauti, in missione al momento dell'evento, sono sopravvissuti alla distruzione del nostro pianeta. Vagheranno di sistema solare in sistema solare, cercando gli autori della distruzione della Terra, offrendosi come mercenari, cercando di sopravvivere e far sopravvivere quel po' di civiltà e cultura umane che esiste in loro. Con difficoltà.

Tau zero (Tau zero, 1970)
Ricavato dall'espansione di un racconto apparso tre anni prima, Tau zero è il romanzo più canonicamente di hard sf scritto da Poul Anderson, e probabilmente il suo miglior lavoro nel campo fantascientifico. La Leonora Christine è un'astronave generazionale, moderna Arca che trasporta un gruppo di uomini e donne verso la colonizzazione di altri mondi. Profondamente basato sui paradossi della Relatività e dotato di un solido impianto scientifico, quando la missione dell'astronave diverrà impossibile il romanzo si trasformerà nel racconto di un'odissea senza fine negli spazi cosmici.

Il vagabondo degli spazi (The Byworlder, 1971)
Ciascun uomo vede ciò che preferisce nell'occupante dell'astronave che da tre anni è in orbita attorno al nostro pianeta. L'alieno incarna e da corpo a timori, speranze, sogni di un'umanità confusa. Ma al di fuori del simbolismo di cui gli fanno carico gli uomini egli si rivelerà altro... Finale non all'altezza dell'impianto concettuale, ma il romanzo resta non immeritevole.

Il meglio di Poul Anderson (The best of Poul Anderson, 1976)
L'antologia, pubblicata nel Robot Speciale n.8, raccoglie nove tra i più interessanti lavori brevi di Anderson, compreso quel goiellino cyberpunk ante litteram che è Sam Hall.
Gli immortali (The boat of a million years, 1989)
Lungo, a tratti sonnolento, questo maestoso romanzo nel quale il nostro scrittore affronta il tema dell'immortalità è tuttavia riscattato dalla grandiosità del suo impianto avventuroso e dalla caratterizzazione riuscita di molti dei suoi personaggi. Un'opera facilmente riconoscibile come tarda ma che vale la pena leggere.

La Pattuglia del Tempo (The Time Patrol, 1991)
Il volume raccoglie il ciclo della Pattuglia del Tempo (o di Manse Everard), dai primi, freschi e avventurosi racconti già più volte apparsi, ai più tardi e un po' sonnacchiosi romanzi. Ciclo che...
... si conclude qui.

Regina dell'aria e della notte (Queen of air and darkness)
In chiusura, questa antologia che oltre al racconto omonimo ne raccoglie altri quattro non meno titolati (di fatto: i racconti e le novelle di Poul Anderson che hanno ricevuto il premio Hugo).

1 commento:

Peephee ha detto...

Finalmente scopro cosa devo leggere per concludere la Pattuglia del Tempo! Ora devo riuscire a trovare "Lo scudo del tempo" e so, conoscendo i miei polli alias le solite librerie, che non sarà facile.
Grazie V, sei sempre un pozzo di conoscenza!