Ex uno plures
Tanti titoli per lo stesso libro o racconto. Nei capitoli precedenti si è già visto più di un esempio, ma forse il record appartiene al racconto Mimsy were the borogoves dei coniugi Henry Kuttner&Catherine L. Moore, del quale si contano quattro diverse traduzioni (pure loro, però, mettere un titolo del genere ;-)). Per fortuna i casi simili non sono molti, anche se a complicare il tutto può sopravvenire il fatto che lo stesso titolo originale può essere plurimo. Non sono infrequenti, infatti, i casi di diversità di titolo in sede di pubblicazione tra le due sponde anglofone dell’oceano (comici i risvolti del fatto per il romanzo di Jack Vance Servants of the Wankh, il secondo della tetralogia del pianeta Tschai: http://en.wikipedia.org/wiki/Servants_of_the_Wankh), o magari tra l’edizione in rivista e quella in volume, talora ampliata, di un romanzo. Di seguito qualche altro esempio.
La tigre della notte ovvero Destinazione stelle/Tiger! Tiger! ovvero The stars my destination (1956-57), di Alfred Bester. Doppio tra le due sponde atlantiche, il titolo del capolavoro di Bester si ritroverà ballerino anche una volta approdato al Mediterraneo.
Qui si raccolgono le stelle ovvero La casa dalle finestre nere/Here gathers the stars ovvero Way station (1963), di Clifford D. Simak. Doppio titolo sin dall’origine anche per Cliff! ;-)
Picnic sul ciglio della strada ovvero Stalker/Piknik na obocine (1971), di Arkadij Strugatskij&Boris Strugatskij. Forse il titolo più noto dei fratelli russi, sulla scorta del film tratto da Tarkovskij è stato anche tradotto come Stalker.
Codice 4GH ovvero Rete globale/The shockwave rider (1975), di John Brunner. Noto con il titolo anodino di Codice 4GH, in tempi più recenti il romanzo più maturo dell’autore inglese è stato rititolato con il banale Rete globale.
Solo il mimo canta al limitare del bosco ovvero Futuro in trance/Mockingbird (1980), di Walter S. Tevis. Tradotto originariamente con il primo, bellissimo titolo, in seguito il capolavoro di Tevis è stato presentato con quel Futuro in trance che risulta sicuramente più pastorizzato.
It happens sometimes
A volte capita anche questo: i titoli scelti in italiano risultano più intensi (o più chiari o evocativi, comunque migliori) di quelli originali. Probabilmente l’esempio principe è quello relativo alla trilogia della Fondazione asimoviana. I titoli inglesi di Asimov sono in genere molto lineari, precisi e semplici, e le loro traduzioni li hanno seguiti. I tre romanzi (o più correttamente le antologie in cui vennero fusi insieme i racconti e le novelle che compongono il ciclo scritto da Isaac negli anni ’40) ricevettero in origine delle traduzioni decisamente più suggestive dei piani titoli inglesi: Foundation divenne Cronache della galassia, Foundation and Empire divenne Il crollo della galassia centrale e infine Second Foundation si mutò in L’altra faccia della spirale. Pochi altri esempi simili possono farsi, alcuni sono tutto sommato emersi anche prima, come per il capolavoro di Tevis Mockingbird. E tra gli altri…
I trasfigurati/Re-birth ovvero The Chrysalids (1955), di John Wyndham. Quale che si voglia considerare come titolo “più” originale, quello italiano del grande capolavoro di Wyndham sulle mutazioni genetiche è molto più potente e incisivo. Succede, per fortuna!
L’inverno senza fine/The world in winter (1962), di John Christopher. Ovviamente il titolo originale di questo bellissimo romanzo è preciso ed esauriente, ma quanto più profondo, lirico, evocativo e ricco di significato quello italiano!
Le ali della mente/On wings of song (1979), di Thomas M. Disch. In tutta franchezza entrambi I titoli sono molto belli: quello originale ha un’inflessione più poetica, quello italiano più pregnante sotto il profilo fantascientifico. Mi piace sottolineare, qui, come pur cambiando e ponendo l’accento su un pilastro della storia diverso da quello focalizzato nel titolo originale, la traduzione italiana sia riuscita a cogliere e veicolare un aspetto caratterizzante e basilare di questo assoluto capolavoro di Disch, il suo ultimo libro squisitamente di sf prima di dedicarsi soprattutto alla poesia e a romanzi più genericamente fantastici (e splendidi).
L’alternativa/Philip K. Dick is dead, Alas ovvero The secret ascension (1992), di Michael Bishop. Una delle più belle opere di recursive science fiction, ovvero di meta-fantascienza, questo romanzo è meglio rappresentato dall’enigmatico titolo italiano, che cela suscitando curiosità, che non dai titoli originali. Il primo è fin troppo prosaico, e il secondo, pur evocativo, in non dice nulla di veramente significativo né riesce a stimolare la curiosità.
Le puntate precedenti:
http://olivavincenzo.blogspot.com/2010/05/soltanto-parole-ii-i-titoli-nella-sf.html
4 commenti:
Il titolo più brutto e fuori luogo per me rimane "Virus Ginoide" anche perché il romanzo di Richard Calder - molto visionario - era ottimo.
Grazie della segnalazione, non ho letto e confesso di non saper nulla del romanzo. Mi pare di ricordare che fosse un Cosmo argento, vero?
Ciao!
V.
Sì, cosmo argento. Titolo originale "Dead Girls".
Grazie ;-)
V.
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