Il male viene dall'azione o dall'inazione? E se invece fosse indifferentemente il risultato tanto dell'azione come dell'inazione? Tale dilemma è il legato finale di questa novelletta; seppure, forse, l'autore si spinge più in là, riconoscendo con semplicità che il male è connaturato all'uomo - all'
homo socialis. E' una conclusione amara, in linea con l'evoluzione della fantascienza dopo l'ottimismo che la caratterizzò nei primi decenni della sua storia, e una conclusione forse narrativamente inevitabile per innalzare il livello drammatico del racconto; ma nonostante la forza con cui l'autore la sbatte in faccia al lettore nel finale, non è il tema portante del racconto stesso. Di certo, è accuratamente preparata.
Edito in origine sulla rivista
Fantasy&Science Fiction,
I Custodi è pubblicato in Italia nel 1977 sul terzo
Robot Speciale,
Il Pianeta dei Venti, che traduceva quasi integralmente la raccolta dei migliori racconti dell'anno 1975 curata da Don Wollheim, e non è più stato ristampato a parte che nella
Raccolta Robot n.9. Il racconto fonde insieme le suggestioni di alcuni dei principali
topoi della fantascienza e del fantastico in genere: la previsione del futuro; il sapere come pericolo e opportunità; le conoscenze iniziatiche che provengono dal passato antico; la teoria del complotto (anche quando a fin di bene). In più, l'incertezza, fino al pessimismo conclamato, sul futuro dell'umanità che è cifra tematica che appartiene a gran parte della migliore fantascienza dagli anni '50 fino agli anni '80. Grazie a uno stile raffinato ma senza leziosità, e a un linguaggio ricco ed elaborato che perviene a tratti a squarci di bel lirismo, i temi del racconto si amalgamano con coerenza e naturalezza, risultando in una lettura affascinante e che fa presa sulle emozioni e la coscienza del lettore.
L'orizzonte temporale della novelletta spazia per oltre sette secoli, dipanandosi in tre momenti: in pieno medioevo; dopo la prima guerra mondiale; e nel 1981 (che all'epoca in cui fu scritto il racconto era di là da venire). Al nucleo tematico del racconto vi è il ritrovamento da parte del mistico medievale Meister Sternwärts delle conoscenze che avevano permesso ad Apollonio di Tiana di prevedere il futuro con estrema precisione. Un argomento che appare molto
mysterioso (nel senso di Martin Mystére, il personaggio della Sergio Bonelli Editore:
http://www.sergiobonellieditore.it/auto/cpers_index?pers=martin), ma al di là della razionalizzazione pseudoscientifica che viene fornita verso la fine del racconto, è la ben materiale connotazione delle implicazioni filosofiche, etiche, sociali e conoscitive a caratterizzare in senso propriamente fantascientifico la storia, che poco o nulla ha dell'avventura e dell'archeologia misteriosa (o
mysteriosa). La prosa elegante dell'autore dà così vita a un racconto sofferto, che si distende in descrizioni fin liriche per farsi poi aspro nel lavorìo mentale e nelle angustie finali del protagonista Spindrift. Ultimo dei "Custodi" succedutisi a Sternwärts nella tutela del segreto e nell'esplorazione e trascrizione delle vicende future dell'umanità, questi è un personaggio tormentato, di cui è ben mostrato il travaglio interiore che lo paralizza e lo conduce all'inazione, alla scelta di non proseguire egli lungo la strada iniziata da Sternwärts, di non progredire dalla visione del futuro in possibilità di plasmare il futuro.
Quis custodiet ipsos custodes? è il monito che blocca Spindrift: a un male certo preferisce l'incertezza; ma perverrà infine alla consapevolezza che di incertezza non si trattava affatto? Accanto a Spindrift prendono vita in rapidi, efficacissimi abbozzi, altre figure, che forniscono al protagonista il contraltare alle proprie riflessioni, e mettono in mostra i pregi letterari dell'autore.
Diversamente che in patria, dove è stato un autore di buon successo, "Richard Cowper", pseudonimo utilizzato dal britannico John Middleton Murry jr. lungo l'arco della sua carriera fantascientifica, è poco noto in Italia. Nel nostro paese, oltre al suo romanzo più famoso,
Il tramonto di Briareo, è giunto solo un altro smilzo romanzo e tre o quattro racconti. Un peccato, a giudicare da quello di suo chè è stato pubblicato. Sebbene non prolificissimo, tra l'inizio degli anni '60 e il 1986, quando smise di scrivere, ha prodotto un corpus discretamente nutrito di opere.