giovedì 20 maggio 2010

Biblioteca di fantascienza III - Brian W. Aldiss (1925- )

Veterano della fantascienza britannica, Brian Wilson Aldiss è stato un miracolo di prolificità e talento che per decenni ha scritto romanzi e racconti rischiarati dall'acutezza di un'intelligenza penetrante e impreziositi dal brio narrativo di una penna fantasiosa e avvincente che ha saputo unire divertiento e impegno senza mai venir meno all'uno o all'altro. Né si è limitato all'attività di narratore; la fantascienza ha beneficiato e beneficia della sua non meno importante attività di critico interno al campo e di antologista di valore. Aldiss, che esordì nel 1954, nella seconda metà degli anni '60 fu uno dei principali esponenti della new wave, la corrente letteraria britannica che dalle pagine della rivista New Worlds diretta da Michael Moorcock operò un profondo rinnovamento stilistico, politico e di contenuti della fantascienza (http://en.wikipedia.org/wiki/New_Wave_%28science_fiction%29).

Moltissimi i titoli della sua sterminata produzione che troverebbero posto in una biblioteca ideale.

Viaggio senza fine (Non-stop, 1956)
Il tema è classico, ed è stato magistralmente trattato in precedenza anche da Robert Heinlein nel suo Orphans of the sky (Universo). Un'astronave generazionale e gli uomini al suo interno, che con il tempo dimenticano di essere su un veicolo, per poi riscoprirlo e dover mutare radicalmente la loro civiltà. La conclusione di Aldiss non sarà delle più tranquillizzanti...


Galassie come granelli di sabbia (Galaxies like grains of sand, 1960)
Romanzo-collage, ciclico, formato da storie a volte labilmente e a volte per nulla concatenate, Galassie come granelli di sabbia va a comporre una delle più acute e avvincenti storie future della sf.

Descalation (The male response, 1961)
E' un romanzo per certi versi molto attuale; ambientato nell'Africa del prossimo futuro si incentra sul confronto e la mutua influenza tra culture e civiltà.
La lampada del sesso (The primal urge, 1961)
Sebbene oggi possa apparire datato nei suoi argomenti, questo (allora) irriverente romanzo che con ironia affronta in tutta serietà il concetto del sesso come strumento di controllo sociale resta ancora oggi attuale per la leggerezza con la quale Aldiss studia certi meccanismi della psicologia umana.


Il lungo meriggio della Terra (Hothouse, 1961-62)
Uno degli esempi più convincenti di fantascienza post-apocalittica, ambientato in una Terra del lontano futuro devastata dall'azione di un Sole divenuto minaccia e dall'esplosione della vegetazione, il romanzo è la fusione di cinque novellette preesistenti. In occasione della prima pubblicazione italiana ricevette il titolo orripilante di Lebbra infernale.

Barbagrigia (Greybeard, 1964)
Il severo John Clute lo rubrica come il miglior romanzo di Aldiss, e senza dubbio questo terribile apologo/ammonimento su una umanità di vecchi, resa sterile a causa di esperimenti mal condotti e finiti male, ha un gran vigore analitico nelle descrizioni psicologiche di questa razza morente di teste ormai canute. Come dice ancora Clute è però anche un sentito atto d'amore per l'Uomo. 

Il mio mondo bruciato (Earthworks, 1965)
E' un duro romanzo politico nel quale Aldiss analizza spietatamente una Terra del prossimo futuro dove ineguaglianze politiche e sociali sempre più marcate si sommano a una situazione di pre-collasso ambientale. Praticamente il nostro presente...

L'albero della vita (The saliva tree, 1966)
Una delle migliori antologie di Aldiss, raccoglie una decina di sue opere brevi, tra cui quella eponima che ricevette il premio Nebula, il riconoscimento tributato annualmente dall'associazione degli scrittori di fantascienza.
Anonima intangibili (Intangibles Inc. and other stories, 1970)
Altra eccellente antologia di Aldiss, raccoglie alcuni racconti scritti diversi anni prima.

Un miliardo di anni (Billion year spree, 1973)
Il più noto lavoro critico e storico di Aldiss, che pone il Frankenstein di Mary Shelley come atto di nascita della science fiction.


Frankenstein liberato (Frankenstein unbound, 1973)
Barocca variazione sul tema del viaggio temporale, questo romanzo di recursive science fiction, che mette in scena tra i personaggi Frankenstein e la sua creatrice, è una riflessione sulla fantascienza e la sua genesi, ed è tra i libri migliori di Aldiss.

Ciclo di Helliconia (Helliconia spring, 1982; Helliconia summer, 1983, Helliconia winter, 1985)
Dopo un lungo periodo durante il quale la sua vena parve appannata, Aldiss produsse il suo ciclo di storie più ambizioso e corposo, e una delle sue opere più affascinanti e migliori. Helliconia è un pianeta dove le singole stagioni durano millenni, comportando il ciclico succedersi di culture e civiltà che si sviluppano nel corso di questi periodi che appaiono quasi eterni e durante i quali le condizioni ambientali praticamente non mutano.





A.I. Intelligenza Artificiale (Supertoys last all summer long and other stories of future time, 2001)
Questa corposa antologia raccoglie un nutrito numero di racconti, tra i quali spiccano i tre che sono andati a comporre il nucleo del film omonimo girato da Steven Spielberg che lo "ereditò" alla morte di Stanley Kubrick.





Tra i volumi curati da Aldiss come antologista merita infine segnalare quanto meno quelli che vennero pubblicati dalla Fanucci all'interno della collana Enciclopedia della fantascienza.

4 commenti:

Iguana Jo ha detto...

Bello, e utile, questo excurus nell'opera di Aldiss.
Dei volumi elencati ne ho letti giusto un paio, ma son felice di notare come vengano considerati tra i migliori della sua produzione.

Vincenzo Oliva ha detto...

Ti ringrazio (ben tornato). Pian piano vorrei costruire appunto una biblioteca ideale, o meglio forse una mappa, della fantascienza. Mappa mia, chiaro, però a parlarne fa sempre bene secondo me, e da cosa nasce cosa...

V.

Muasie ha detto...

Come ti dissi a suo tempo, sì, probabilmente la carica eversiva de "The primal urge" (che, a proposito di titoli, mi pare decisamente più significativo di un equivoco "La lampada del sesso") è venuta meno e tuttavia come non chiedersi:
quale reazione provocherebbe oggi la proposta di impiantare obbligatoriamente dei Rivelatori di Emozione sulla fronte dei cittadini?

[Pare proprio che vi sia da recuperare sul fronte antologie... ;-) ]

Vincenzo Oliva ha detto...

Eh sì, c'è un sacco di roba, ma non solo tra le antologie :-).

V.