E’ più o meno il 1936, Fritz Leiber è ancora alla ricerca della sua strada nella vita, fa varii mestieri e solo tre anni più tardi inizierà a pubblicare. Però scrive. Questa lunga novella resterà tuttavia inedita, per una serie di vicissitudini ben raccontate nel volume (pubblicato in Italia nel 1998 dalla Nord), e sarà pubblicata solo postuma. Uno stile ancora acerbo si nota, è innegabile, ma è da tener presente che un Leiber ancora non del tutto padrone delle proprie risorse stilistiche resta uno scrittore migliore della larga maggioranza degli altri nel pieno della loro maturità espressiva. L’esperimento di Daniel Kesserich presenta qualche ingenuità, ma è un’opera con una trama solida e ben sviluppata. La brillantezza e l'arguzia abituali nei dialoghi e nelle descrizioni di Leiber mostrano ben poche incertezze.
Netta e nettamente percepibile è l’influenza di Lovecraft, “padre” naturale della gran parte degli autori del fantastico della generazione di Leiber, e con il quale del resto Leiber era in contatto in quegli anni. Ma al di sotto di questa forte traccia, quasi un imprinting, la personalità di Leiber, narrativa e stilistica, emerge in modo altrettanto chiaro, e con il procedere della storia in modo più deciso, fino a ricondurre Lovecraft nell’ambito dell’influenza perfettamente metabolizzata ed elaborata.
Fritz Leiber è stato uno degli scrittori più eclettici del fantastico americano, il solo a superare in versatilità ed eguagliare nei risultati narrativi Richard Matheson. Questa novella giovanile lo mostra già nel pieno di questa sua capacità di spaziare tra i generi con facilità perfino irrisoria, anche nell’ambito di una stessa opera. E ne mette in evidenza la maestria con la quale costruisce i personaggi, rendendoli perfettamente funzionali alla storia e allo stesso tempo facendone delle persone autentiche. Così, sia il meccanismo relazionale del gruppetto di amici che fa perno su Daniel Kesserich, sia l’interagire del protagonista George Kramer con gli abitanti di Smithville assumono un sapore di credibilità all’interno di un meccanismo narrativo ben oliato.
Leiber costruisce un’atmosfera inquietante, pone il set dell’azione in una piccola cittadina inventata, uno dei luoghi più caratteristici dell’horror, e la popola di uomini e donne in preda all’inquietudine, all’incertezza e alla paura; l’oppressione psicologica in tal modo descritta si comunica al lettore con naturalezza. E’ su questa atmosfera malsana, di ansia psicologica e incertezza al cospetto dell’apparente sfaldarsi delle leggi fisiche, e dello sfaldarsi dei processi mentali e del pensiero, che Leiber innesta una trama fantascientifica che apparirebbe ortodossa anche a un purista della fantascienza. E in effetti pochi altri temi come quello del viaggio nel tempo sono emblematici per la sf. I due registri di genere si fondono armonicamente, confluendo nella figura eponima della novella, una figura di mad doctor che a perfette caratteristiche della sua maschera unisce una acuta, sintetica, esposizione di una mente borderline.
Letture e visioni 2020
3 anni fa
4 commenti:
Ehilà, pare che febbraio sarà un mese davvero ricco!:-))
[Ottimale la dimensione del carattere!]
Be', se ricordi questa è una lettura di un po' di tempo fa, ma pian piano vorrei mettere qui anche le "vecchie" recensioni fantascientifiche. :-)
V.
Vero, di qualche anno fa! Solo non ricordavo queste note... Le sviluppasti allora?
Riguardo al recuperare e inserire nel blog quanto scritto nel tempo sulla sf in genere, lo davo per scontato. Pensavo stessi solo decidendo come organizzarti. ;-)
Sì è quanto scrissi allora, non ho cambiato che un paio di parole.
V.
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